Ricerche condotte da Porges e il Modello della Teoria Polivagale dimostrano che una HRV alta è correlata a un migliore equilibrio del sistema nervoso autonomo, con maggiore capacità di gestione dello stress e delle emozioni. Al contrario, una HRV bassa è stata associata a stati di ansia cronica, burnout e vulnerabilità psicologica (Porges, S. W., 2007).

Studi neuroscientifici evidenziano che soggetti con HRV elevata mostrano una maggiore capacità di concentrazione, problem-solving e resilienza emotiva (Thayer et al., 2012). Ciò significa che misurare l’HRV non solo aiuta a identificare lo stress, ma può anche predire il rendimento lavorativo.

Una bassa HRV è stata riconosciuta dalla comunità scientifica come un marker di rischio per malattie cardiovascolari e disturbi psicosomatici (Task Force of the European Society of Cardiology, 1996). Le aziende che monitorano questi parametri possono intervenire precocemente per migliorare il benessere dei dipendenti.

Il monitoraggio dell’HRV è già stato implementato in diverse aziende multinazionali come parte delle strategie di corporate wellness. Studi dimostrano che interventi basati sulla consapevolezza dell’HRV possono ridurre l’assenteismo e migliorare la qualità del lavoro (McCraty et al., 2009).